La FIVET
Salve. Benvenuti nel programma FIVET. Lo scopo di queste pagine è di rispondere alle vostre esigenze ed aiutarvi a pianificare il ciclo FIVET.
Questa procedura è composta da molti passaggi e pensiamo che sia importante che abbiate una chiara comprensione di essi, ma non è necessario imparare tutto a memoria. Noi cercheremo di renderli semplici e gestibili in un ambiente amichevole e riservato.
Prima di iniziare il trattamento ci incontreremo e discuteremo sulle cose che dovrete fare. Controlleremo tutti gli esami di preparazione al ciclo, decideremo la data e parleremo dei farmaci che dovrete assumere. E' comprensibile che siate ansiosi di iniziare e faremo ogni sforzo per farlo al più presto.
Una volta iniziato il trattamento, verrete spesso in ambulatorio a monitorare la vostra risposta ai farmaci. Ciò richiede in genere delle ecografie e degli esami del sangue. Ogni volta sarete informati dei risultati e del passo successivo.
Quando avremo ottenuto una risposta adeguata ai farmaci, programmeremo il prelievo degli ovociti. In seguito a questa procedura, sarete contattati per essere aggiornati sullo stato degli embrioni e per programmare il trasferimento in utero degli embrioni.
Naturalmente noi saremo sempre disponibili per rispondere ad ogni domanda e risolvere ogni preoccupazione che possa sorgere.
Di nuovo benvenuti. Siamo lieti di lavorare per voi.
Introduzione alla A.R.T.
A.R.T. significa Tecniche di Riproduzione Assistita. Sono tecniche usate per aiutare coppie infertili ad ottenere una gravidanza, spesso dopo che trattamenti medici e chirurgici non hanno avuto successo. La FIVET -Fertilizzazione In Vitro e Trasferimento Embrionario- è la procedura A.R.T. più usata.
Per decidere se siete candidati ad una A.R.T. e quale sia la tecnica migliore, saranno valutati numerosi fattori, come l'età, le condizioni di ovaie, utero e tube di Falloppio e le condizione del seme.
Le ART non sono tecniche infallibili. Uno dei fattori più vincolanti per il loro successo è l'età della donna. La percentuale media di successo si aggira intorno al 25%. Se la donna ha 42 anni o più è altamente improbabile avere un bambino.
La FIVET: una panoramica
La FIVET - Fertilizzazione In Vitro e Trasferimento Embrionario - è il trattamento di scelta nei casi in cui entrambe le tube di Falloppio sono ostruite. Comunque questa tecnica è usata con successo anche in altre condizioni come la infertilità inspiegata, l'endometriosi o, associata alla ICSI descritta in seguito, nei problemi di infertilità maschile.
Per realizare una FIVET gli spermatozoi e le uova sono messi insieme in un piccolo contenitore e tenuti in un incubatore in laboratorio di Embriologia. Lì avviene spontaneamente la fertilizzazione. L'embrione che si sviluppa viene trasferito nell'utero della donna dopo alcuni giorni affinchè si sviluppi naturalmente.
La vigente normativa italiana impone che si fertilizzino al massimo tre uova e che tutti gli embrioni che si sviluppano siano trasferiti nell'utero della madre.
Visita preliminare
In genere è richiesta una visita preliminare prima di iniziare un trattamento di riproduzione assistita. Durante questa visita si rivedranno gli esami, si discuterà del programma e si darà risposta ad ogni eventuale domanda.
La visita può anche comprendere la misurazione della cavità uterina con una piccola sonda. Con questa misurazione il medico conoscerà la misura, la forma e la direzione dell'utero e dove deporre l'embrione il giorno del trasferimento embrionario.
Infine saranno letti e sottoscritti i moduli di consenso informato alla procedura, come prevede la normativa vigente in Italia.
La stimolazione ovarica
In un ciclo naturale le ovaie producono un solo ovocita maturo al mese. Per aumentare i successi delle Tecniche di Riproduzione Assistita - A.R.T.- le ovaie sono stimolate a produrre più ovociti in modo che si possa ottenere un maggior numero di embrioni da trasferire in utero.
Per ottenere una stimolazione ovarica controllata si usano alcuni tipi di farmaci che possono essere usati con modalità diverse.
Tra i più comunemente usati vi sono:
- Analoghi del GnRH, farmaci utilizzati per un miglior controllo della stimolazione.
- Follitropine, l' ormone, estrattivo o ricombinante, che direttamente stimola le ovaie.
- Gonadotropina Corionica per una completa maturazione degli ovociti
Meno frequentemente sono usati:
- Clomifene, un prodotto orale che serve, da solo o associato alle Follitropine a stimolare le ovaie.
- Antagonisti del GnRH, farmaci con finalità simili a quelle degli Analoghi del Gn-RH, ma con modalità d'azione diverse.
Il prelievo ovocitario
Per eseguire una FIVET, le donne devono sottoporsi ad una procedura detta prelievo ovocitario, chiamato anche pick-up.
Gli ovociti sono raccolti circa 36 ore dopo la somministrazione di HCG, poco prima della ovulazione naturale.
Il prelievo ovocitario avviene durante un ricovero di mezza giornata. L'intervento in sè dura in genere meno di dieci minuti.
Il prelievo viene eseguito con una puntura ecoguidata: un ago lungo e sottile, collegato ad una pompa di aspirazione, scorre lungo una sonda ecografica transvaginale ed è possibile guidarne i movimenti sotto controllo ecografico, con molta precisione, per evitare di danneggiare gli organi circostanti.
L'ago attraversa il fondo della vagina, punge i follicoli uno ad uno ed aspira il liquido follicolare in cui è contenuto l'ovocita. Il liquido contenente gli ovociti viene raccolto in provette ed inviato al Laboratorio di Embriologia.
Il laboratorio di Embriologia
Il laboratorio di Embriologia è il luogo ove avvengono alcune delle procedure più importanti delle Tecniche di Riproduzione Assistita.
Il liquido aspirato dai follicoli ovarici è trasportato immediatamente nel Laboratorio di Embriologia dove viene esaminato al microscopio per individuare ed isolare gli ovociti.
Ogni ovocita è messo in una piastra etichettata ad incubare un minimo di tre ore prima della fertilizzazione.
Anche il seme prodotto dall'uomo è portato in Laboratorio. Gli spermatozoi sono separati dal liquido seminale e messi in incubazione.
Il Laboratorio è fornito di un generatore di corrente autonomo nel caso mancasse la corrente, così che gli incubatori siano sempre efficienti.
La Fertilizzazione
Dopo alcune ore di incubazione degli ovociti isolati e degli spermatozoi ottenuti dal seme, si procede alla inseminazione: ogni ovocita viene messo in una piastra con un certo numero di spermatozoi e rimesso in incubatore per 18 - 20 ore. Saranno esaminati il giorno successivo per vedere se è avvenuta la fertilizzazione, cioè se uno degli spermatozoi è entrato all'interno dell'ovocita, innescando così il processo di divisione cellulare.
Un ovocita fertilizzato prende il nome di zigote fino alla prima divisione cellulare (18 - 24 ore) e quindi il nome generico di embrione.
La I.C.S.I.
Nel caso di una infertilità dovuta al fattore maschile, le comuni tecniche di fertilizzazione dell'ovocita possono non essere efficaci.
Di fronte ad un numero di spermatozoi molto esiguo, ad una loro motilità ridotta oppure se la fertilizzazione degli ovociti non è avvenuta in precedenti FIVET, allora si ricorre ad una speciale tecnica di fertilizzazione chiamata ICSI.
I.C.S.I. significa Iniezione dello Spermatozoo IntraCitoplasmatica e rappresenta la più avanzata Tecnica di Riproduzione Assistita di uso comune.
Per il paziente non cambia niente rispetto ad un comune ciclo FIVET; è nel Laboratorio di Embriologia che avviene qualcosa di diverso.
Il biologo usando una strumentazione sofisticata prende un singolo spermatozoo e con un sottilissimo ago lo inietta dentro l'ovocita. La restante parte della procedura è uguale alla FIVET.
In molti casi la ICSI offre alle coppie la possibilità di avere una gravidanza che non avrebbero potuto avere altrimenti. Essa non è da utilizzare sempre e si valuta caso per caso se è il trattamento appropriato.
La coltura embrionaria
Il giorno dopo l'inseminazione degli ovociti, in caso di FIVET, o della microiniezione, in caso di ICSI, gli ovociti vengono esaminati al microscopio per vedere se è avvenuta la fertilizzazione.
Gli ovociti fertilizzati si chiamano zigoti e dopo la prima divisione cellulare si chiamano embrioni
La coltura embrionaria in Laboratorio dura in genere 48-72 ore durante le quali l'embrione si divide in due, otto cellule.
E' possibile coltivare l'embrione in Laboratorio per cinque, sei giorni fino allo stadio di blastocisti, circa 50 cellule.
Non tutti gli embrioni raggiungono lo stadio di blastocisti in Laboratorio, molti arrestano il loro sviluppo prima, ma è possibile che, aumentando le nostre conoscenze, riusciremo ad ottenere più facilmente blastocisti.
La coppia viene informata sull'andamento della coltura. Se la fertilizzazione è avvenuta si decide il giorno e l'ora del trasferimento in utero degli embrioni. Questi sono esaminati di nuovo al microscopio subito prima del transferimento in utero. Molto raramente il trasferimento è annullato perchè non si trova alcun embrione vitale.
Il trasferimento embrionario
Il trasferimento in utero dell' embrione, detto anche transfer, è una procedura semplice, ma molto delicata. Essa avviene in ambulatorio e non richiede nessuna sedazione della donna perchè è assolutamente indolore.
La donna si sistema su un lettino da visita e viene applicato uno speculum vaginale per vedere il collo dell'utero.
L'embriologo intanto ha aspirato con un piccolo cateterino gli embrioni da trasferire. Il medico introduce questo cateterino nell'utero quasi fino in fondo alla cavità e iniettando un po' di liquido nel catetere, depone gli embrioni nell' utero.
Dopo mezz'ora di riposo a letto la donna può tornare a casa.
Il trasferimento in utero può avvenire dopo 24 -48 - 72 ore o cinque sei giorni, a seconda dei casi. Naturalmente si trasferiranno in utero, a seconda dei giorni di coltura, zigoti, embrioni o blastocisti.
Trasferendo delle blastocisti si ha una più alta percentuale di impianto nell' utero. Pertanto è possibile trasferire un numero ridotto di blastocisti e ridurre il rischi di gravidanze plurigemellari.
Dal punto di vista della donna, sia che si trasferiscano zigoti o embrioni o blastocisti, non vi è alcuna differenza.
Il Post trasferimento
Dopo il trasferimento dell' embrione in utero è preferibile rimanere a letto per almeno trenta minuti, quindi si può tornare a casa.
E' utile mentenere le attività al minimo per almeno 24 ore, senza tornare al lavoro, guidare, fare la doccia o il bagno e senza bere alcool. Non ci sono invece restrizioni per il cibo o altri tipi di bevande.
Per dolori di qualunque genere, è preferibile assumere del paracetamolo ed evitare aspirina o ibuprofene, pochè queste sostanze aumentano la tendenza al sanguinamento.
Dopo circa due settimane dal prelievo ovocitario si può eseguire un test di gravidanza sul sangue. Non bisogna interrompere la terapia ormonale con progesterone prima di avere il risultato del test di gravidanza.
Avuto il risultato del test bisogna reincontrarsi con il dottore.
Il congelamento degli embrioni
La normativa attualmente vigente in Italia obbliga a fertilizzare al massimo tre ovociti ed a trasferire in utero tutti gli embrioni prodotti. Pertanto non vi è il problema di congelare (o crioconservare) embrioni in eccedenza.
Tuttavia se dopo il prelievo ovocitario si realizzano condizioni della donna che impediascano il transfer, come traumatismi, incidenti, grave OHSS, gli embrioni possono essere crioconservati il tempo minimo necessario perchè si ripristinino le condizioni per il transfer.
Gli embrioni possono essere crioconservati per 5 anni e più. Prima di trasferirli in utero, questi devono essere scongelati ed esaminati per vedere se sono sopravvissuti. In genere il 10% to 20% degli embrioni non sopravvivono ai processi di congelamento-scongelamento.
La probabilità di gravidanza non varia molto utilizzando embrioni congelati. La donna non ha bisogno di essere sottoposta a stimolazione ovarica nel mese in cui deve sottoporsi al trasferimento di embrioni congelati.
FIVET: rischi e benefici
I benefici della FIVET consistono nel poter ottenere la gravidanza anche se le tube sono ostruite o danneggiate. La tecnica si è rivelata efficace anche nella infertilità inspiegata, nella endometriosi, nelle disfunzioni ovulatorie e quando c'è un numero scarso di spermatozoi. Associata alla ICSI è usata anche nei difetti estremi del numero e della motilità degli spermatozoi.
Con la FIVET è possibile verificare prima del transfer, che sia avvenuta la fertilizzazione.
Essa comporta due rischi:
Un rischio raro, ma serio è la Sindrome da Iperstimolazione Ovarica: una risposta ovarica eccessiva alla follitropina con eccessivo ingrossamento dell' ovaio, possibile versamento di liquido nell'addome e nel torace, dolori addominali e dispnea, rischio di torsione dell'ovaio o di disturbi della coagulazione. Nelle forme severe è richiesta la ospedalizzazione.
Un altro rischio, ancora più raro, è quello di danneggiare con l'ago gli organi vicini o di provacare emorragie durante il prelievo degli ovociti.
Il trattamento ormonale
Per praticare una Tecnica di Riproduzione Assisitita (ART) è necessario assumere dei farmaci ormonali. Le finalità sono varie:
ottenere la crescita contemporanea di molti follicoli
ottenere che l'ovulazione avvenga nel momento prescelto
ottenere adeguati livelli ormonali nella fase post ovulatoria.
Tra i farmaci più usati vi sono le Follitropine, gli Analoghi dell'LH RH o gli antagonisti dell'LH RH, l'hCG, il progesterone.
Altri farmaci utlizzati sono il Clomifene e la Bromocriptina o farmaci similari.
Il supporto emotivo
Generalmente ci si rivolge alle persone vicine per un sostegno nei momenti di tensione, di crisi o quando si affrontano grosse decisioni. Quando il problema è l'infertilità entrano in gioco sentimenti, sensazioni ed alcune considerazioni pratiche che rendono più difficile alle persone rivolgersi agli amici più stretti, ai familiari o ai colleghi di lavoro.
Può nascere un sentimento di vergogna di inadeguatezza, di colpa o di imbarazzo a discutere di argomenti sessuali. E la gente non ama causare disagio o compassione negli altri. Queste considerazioni a volte impediscono di usufruire di un sostegno emotivo in un momento in cui se ne ha molto bisogno.
Se se ne sente la necessità, si può considerare di ricorrere ad un consulente o da soli o come coppia, oppure, se possibile, unirsi ad un gruppo di supporto di persone con lo stesso problema.